DESCRIZIONE: (anche conosciuta come neurite ottica) E’ un termine generico che include tutte le infiammazioni del nervo ottico, ma anche le forme di degenerazione o demielinizzazione del nervo ottico; include la neurite retrobulbare, una condizione che colpisce il nervo ottico dietro il disco ottico (ad es., non si notano cambi della testa del nervo ottico a meno che non vi sia anche un’atrofia ottica).
Le cause includono malattie demielinizzanti (ad esempio, sclerosi multipla, encefalomielite post-infettiva), infezioni sistemiche (virali – la poliomielite, l’influenza, la parotite, il morbillo – e batteriche – polmonite, ecc.), aspetti nutrizionali e di malattie metaboliche (diabete, anemia perniciosa, ipertiroidismo), traumi.
La papillite è differente dal papilledema: è unilaterale anziché bilaterale e manifesta una minor elevazione della testa del nervo ottico.
Nella papillite, di solito, vi è una grave ma temporanea perdita della vista per diversi giorni e si avverte dolenzìa oculare quando si muovono gli occhi.
TRATTAMENTO: Il trattamento è diretto verso la causa. I corticosteroidi sistemici possono essere utili, ma la malattia può migliorare anche senza alcun trattamento. L’acuità visiva in genere inizia a migliorare nel giro di 2-3 settimane e, a volte, ritorna alla normalità in pochi giorni.
CONSEGUENZE: Gli scotòmi centrali sono i più comuni difetti del campo visivo che permangono, ma è possibile qualsiasi danno permanente del campo visivo. Un singolo attacco di neurite ottica non è in grado di lasciare gravi danni, ma è invece frequente una permanente e significativa perdita visiva negli anni, se sono presenti attacchi ricorrenti.
Antonio Pascotto